Cari tutti, ultimamente non ho avuto tempo di aggiornare il blog, eppure di cose ne son successe.
Il 18 gennaio è finalmente uscito Il Divoratore, ed è uscito in pompa magna. Potrete trovarlo egregiamente esposto nelle migliori librerie. Sulla bandella è scritto: " Il caso letterario dell'anno". Ecco. Io non lo so cosa significhi. Credo che ogni anno si cerchi un nuovo caso, un esordiente su cui investire. L'onda arriva, travolge e se ne va. Questa consapevolezza in me è radicata. Nessun motivo quindi per montarmi la testa o fesserie del genere. Quello che è certo è che il libro che ho scritto lo amo. Ci credo. Ci ho sempre creduto. Ed è un sogno trovare oggi persone che ci credono assieme a me, scrittori che ho sempre stimato pronti a sostenere il mio lavoro, e una casa editrice importante, come la Newton Compton, disposta a investire sul serio.
Quello che mi preme ricordare è che l'arte in ogni sua forma dovrebbe fregarsene di etichette e consensi. Dovrebbe nutrirsi unicamente di stimoli e ricerche sempre nuove. Di quotidianità, di ricerca dell'umano. Non sono i riflettori ad attrarmi, è il lavoro di scavo a farlo, il lavoro incessante di ricerca dell'identità, qualsiasi essa sia. Ho così tante storie da narrare, e pensare di proporre sul mercato il mio secondo romanzo non mi spaventa. Perché sono sicura di me? No. Tutt'altro. è che non cerco di replicare. Non inseguo il successo. Io cerco la mia voce, me stessa. Può sembrare una frase fatta, liberissimi di pensarlo. Ma le cose per me stanno proprio così. Il successo di questo periodo è accattivante, seducente, ma fino a un certo punto. Se distoglie da quel lavoro di scavo di cui ho scritto sopra è pericoloso. Mi spaventa. A cosa serve pubblicare e vendere in tanti paesi? Un esordio così, a cosa serve? La risposta che do a me stessa è cristallina, e il fantastico Massimo Lugli mi ha dato modo di chiedermelo durante la prima presentazione di venerdì 21 presso la Feltrinelli di Piazza Colonna, a Roma. La risposta che mi è emersa di getto ha placato molte mie inquietudini: il successo serve se ci può rendere più liberi. Più liberi di scrivere, ricercare, approfondire, conoscersi. Spero di avere sempre più tempo da dedicare alla narrativa. In sostanza, più tempo per vivere. Ecco cosa spero.
Per la cronaca il mio secondo romanzo esiste già. è concluso. Niente trucchi, nessun desiderio di diventare una "scrittrice di genere".
Ma procediamo con ordine:
il 20 gennaio a Roma sono stata ospite, presso l'Hard Rock Caffé, di Radio Città Futura. I bravissimi Fabio Luzietti e Valentina Catalucci mi hanno intervistata, e devo dire che è stata una gran bella esperienza.
La sera stessa Francesco Gatti mi ha intervistata in diretta per la sua specialissima trasmissione che è Playlist, in onda alle 21:30 su Rainews24. Per me è stata in assoluto la prima esperienza di diretta televisiva. Ed è stata fotonica.
Il 21 gennaio, come ho già scritto, c'è stata la prima presentazione ufficiale, a presentarmi Mario Sesti, che è intervenuto con lodi ma anche con critiche interessanti (e le critiche interessanti sono ben più utili delle lodi), Paolo Briguglia (che ha letto davvero bene e che nonostante gli impegni teatrali pressanti e l'influenza aggressiva è stato totalmente disponibile)... e soprattutto Massimo Lugli. E qui devo fare un inciso: quando un anno fa lessi l'Istinto del Lupo, uno dei romanzi di Massimo Lugli edito da Newton Compton, , pensai che la Newton è davvero capace di selezionare scrittori italiani capaci. Quando si pensò a nomi che mi potessero presentare pensai a lui, poi di nomi ne vennero altri e tanti, ci chiedemmo se fosse più indicato un giornalista, un regista, o, appunto, uno scrittore. Quando infine tornammo su Lugli e lui ci accordò la sua disponibilità fu per me bellissimo. La generosità e l'entusiasmo con cui mi ha presentata non li davo minimamente per scontati. Mi ha stupita, ed è stato un piacere assoluto e un onore. E l'impatto umano è stato potente. Non capita spesso di incontrare persone capaci di schiettezza, slanci e vitalità vorace.
Quindi grazie. Davvero e di cuore.
L.